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Il piano editoriale, come si può intuire, è un piano di contenuti condiviso con il target in un determinato periodo di tempo. Quando si parla di piano editoriale tutti immediatamente pensano al blog, ma in realtà quest’ultimo può riguardare anche i social e i contenuti video.

Un piano di contenuti testuali, social e video può essere trimestrale, semestrale e annuale. L’ultimo tipo lo si sconsiglia solitamente, in quanto non si possono prevedere i trend di un intero anno, men che mai lato SEO, considerato l’algoritmo di Google. 

È preferibile che il piano editoriale sia trimestrale e a ogni scadenza del periodo segua un report che abbia l’obiettivo d’individuare cosa ha creato più engagement e conversione. In base ai dati, che devono essere opportunamente analizzati, si stabiliscono i nuovi contenuti editoriali da proporre al target.

Ma come si crea un piano editoriale? Scopriamolo nei prossimi paragrafi. 

Piano editoriale blog, social e video: da dove iniziare

La creatività deve essere la prima skill di chi crea un piano editoriale, anche perché i titoli degli articoli di blog da produrre, così come i copy dei post social e i contenuti dei video devono avere una buona dose d’intrattenimento, informazione e coinvolgimento, dai quali assolutamente non si può prescindere. 

In secondo luogo bisogna lavorare di SEO. Non si può pensare di creare dei titoli per i contenuti che non contengano parole chiave e correlate. Le parole chiave, nella SEO, sono quelle che Google intercetta come le migliori per opportunità, difficoltà di posizionamento e volume di ricerca. Vanno inserite nel titolo dell’articolo di blog e nel contenuto. 

Ti starai chiedendo se le parole chiave sono necessarie da individuare anche per i social. La risposta è sì, poiché anche i copy dei social devono contenere le parole chiave e ancora di più quelli dei contenuti video. Quindi, come potrai immaginare non si scappa da questa considerazione.

In un piano editoriale ben fatto devono quindi essere indicate le parole chiave correlate da inserire nel testo, i search intent (ovvero gli intenti di ricerca con lo stesso significato delle keywords) e l’impostazione anche di H2 – H3 e CTA. Quest’ultimi sono importantissimi da definire e non devono essere presi sottogamba, in special modo la CTA, ovvero la call to action. 

In un funnel completo, teoricamente la CTA dovrebbe portare alla fase successiva del percorso dell’utente, ma non sempre i blog seguono questa logica. Ad ogni modo è fondamentale che nella chiamata all’azione si indichi cosa si vuol far fare al target. 

Tutti questi processi possono apparire complicati da portare avanti, ma in realtà con un buon lavoro di squadra e quindi con la consulenza di un SEO specializzato, tutto si può fare. 

Un’altra componente fondamentale per la creazione di un piano editoriale è la considerazione delle tendenze di mercato. Non bisogna mai sottovalutare, a seconda del business per cui si devono creare contenuti, come si sta muovendo il mercato e che news ci sono e ci saranno. 

Generalmente chi fa piani editoriali è sempre informato e aggiornato sul mercato in cui lavora e tende sempre un occhio alle novità del periodo. Bisogna infatti sempre prevedere uno spazio per le news di settore. Gli imprevisti editoriali devono sempre essere presi in considerazione. 

Che differenza c’è tra piano editoriale blog, social e contenuti video?

La differenza la fa la piattaforma sulla quale vengono distribuiti i contenuti, ergo il target di riferimento e i conseguenti obiettivi. 

  • Piano editoriale blog – il blog è la voce dell’azienda, per cui i contenuti che si condividono devono essere utili, informativi e devono creare coinvolgimento. Ma soprattutto devono posizionare il blog per le parole chiave d’interesse nel settore;
  • Piano editoriale social – generalmente i copy dei post facebook, così come quelli di altre piattaforme, prendono spunto dagli articoli di blog, ma il tono di comunicazione ovviamente deve essere differente da social a social;
  • Piano editoriale video – i contenuti dei video prendono ispirazione sempre da quelli del blog, ma non solo, in quanto è giusto parlare anche di topic più coinvolgenti per il pubblico.

Un piano editoriale del genere è sicuramente molto complesso e di conseguenza è importante organizzarlo in un file excel, suddividendo i fogli per interesse, ergo blog, facebook, instagram, tik tok, youtube. 

Per i blog a sua volta, bisognerà organizzare una decina di colonne e in ciascuna inserire, Titolo, H1, H2, H3, Parole chiave principali, Correlate, CTA. Ma non è finita qui perché ovviamente in un piano di contenuti dovranno anche essere inserite le date di consegne e di pubblicazione previste.

La galanteria SEO nei confronti del copywriter, per ciò che concerne il blog, vorrebbe anche che si inserissero già le meta description e il SEO title, così come i link all’immagine da impostare come copertina. Ma ovviamente questo processo richiederebbe un lavoro di settimane e non sempre è possibile. 

Date di consegna e pubblicazione andranno inserite anche per i social. Un piano editoriale così ben strutturato permette di avere sempre tutto sotto controllo.

Il file excel è il metodo più classico e completo per creare un piano editoriale, ma per ciò che concerne le pubblicazioni social è sempre meglio avvalersi anche di tool per la programmazione come Hootsuite, uno dei più classici.

Ma come si fa a sapere se hai fatto davvero un buon piano editoriale? Lo scoprirai solo dopo un adeguato periodo di tempo, in special modo per il posizionamento organico. Il consiglio è comunque quello di analizzare ogni 3 mesi l’andamento dei tuoi contenuti e capire come hanno contribuito al funnel di conversione del target. 

Conclusioni

Devi creare un piano editoriale e non sai da dove iniziare? Affidati a chi può seguirti in questo complesso lavoro. Il piano di contenuti non può e non deve essere una task scontata, richiede tempo, preparazione, aggiornamento e tanta pazienza.

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