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La risposta semplice: no, la lunghezza di un testo online non è importante. Anche perché potrebbe sembrare veramente troppo facile migliorare il posizionamento di una pagina web semplicemente scrivendo di più.

Non è questo l’obiettivo da seguire. Google ha introdotto grandi novità che hanno portato il motore di ricerca a ragionare in modo diverso. Vale a dire? Semplice, il contenuto di qualità che soddisfa il potenziale lettore prescinde da parametri standardizzabili come, ad esempio, la presenza della keyword all’inizio del tag title o la lunghezza del contenuto. Questo, però, non significa ignorare completamente la necessità di pubblicare contenuti di un certo spessore. Ecco qualche informazione in più sulla lunghezza del testo online.

Perché evitare contenuti brevi online

Spesso si cerca di evitare pagine web con poco contenuto o magari con del testo duplicato. In alcuni casi si prende come riferimento l’indicazione del famoso plugin SEO Yoast: minimo 300 parole. Perché tutto questo?

C’è un motivo che dovrebbe portarci a evitare contenuti poveri? Sì, in realtà un update di Google abbastanza vecchio, il Panda Update, ha imposto una regola: bisogna fare attenzione ai contenuti. Una delle indicazioni ufficiali che determinano un sito di alta qualità secondo un comunicato stampa di Google del 2011:

“Lo scopo dei nostri algoritmi di valutazione della qualità dei siti è aiutare gli utenti a trovare siti “di alta qualità” assegnando posizionamenti più bassi ai contenuti di bassa qualità. (…) L’articolo contiene un’analisi dettagliata o informazioni interessanti che non siano ovvie? (…) L’articolo è stato scritto bene o sembra essere stato redatto senza alcuna cura o in modo sbrigativo?”.

Queste riflessioni rispetto alla lunghezza del testo online lasciano intendere qualcosa che, se non contestualizzato, rischia di diventare un invito a evitare pagine con poco contenuto.

A dare man forte sono arrivati diversi studi di esperti SEO – solitamente americani – che hanno proposto un punto di vista sicuramente valido: i contenuti lunghi si posizionano meglio. E hanno anche altri vantaggi.

Perché evitare contenuti brevi online

Secondo Backlino: “Long-form content gets an average of 77.2% more links than short articles”. I contenuti lunghi riescono a ottenere buoni link in ingresso, ma anche tante condivisioni sui social.

E si posizionano meglio grazie al fatto che più testo c’è, maggiore è la probabilità di intercettare combinazioni di query. Ma qui si nasconde un errore fondamentale rispetto al tema della lunghezza del testo online.

Da leggere: meglio fare SEO o advertising su Google?

Il testo non deve essere per forza lungo

L’idea di perseguire a tutti i costi la lunghezza del testo online come un benefit porta a un problema ben chiaro. Anzi, due sono i drammi da evitare. In primo luogo c’è un investimento massiccio per aumentare il testo che non ha alcun legame con la qualità del contenuto. Per intenderci, come suggerisce anche John Mueller:

Uno dei punti di riferimento dello scenario SEO, e portavoce di Mountain View, sottolinea che non c’è alcuna relazione tra numero di parole di un articolo e posizionamento. Questo è importante perché dà forza a un passaggio ancora più importante per chi si occupa di contenuti e lunghezza del testo online.

SEO? Bisogna puntare sul search intent

Vale a dire l’intento di ricerca, ciò che le persone desiderano quando decidono di fare una ricerca su Google. Esistono tre grandi categorie di query: informative, navigazionali e transazionali. Vale a dire quelle legate a richieste di informazioni, le ricerche che puntano verso pagine precise di siti web e altre che invece guidano le persone che desiderano acquistare, prenotare, ricevere consulenze. Questo è uno scenario di massima.

Il funnel delle conversioni secondo il search intent – Fonte Ahrefs.

La realtà è molto sfaccettata. Ma c’è un punto che bisogna ricordare: la lunghezza di un contenuto non è sinonimo di qualità. Solo la capacità di studiare la query, capire cosa vogliono le persone e proporre il miglior contenuto possibile, a prescindere dalla sua natura testuale o visual, permette di ottenere risultati.

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La scrittura non è tutto però

A questo punto c’è chi decide di studiare la serp, analizzare il modus operandi di chi riesce a conquistare posizione e copiare il modo di confezionare i contenuti. Non funziona così, non oggi. Per posizionarsi tra i primi risultati la qualità del contenuto è decisiva ma bisogna lavorare su una strategia SEO capace di includere tutti gli aspetti di questa materia. Da dove iniziare? Puoi chiedere consulenza a chi lavora ogni giorno in questo settore.

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